I rivestimenti di nanofibre possono aiutare a combattere le infezioni sulle protesi



Approfondimenti medici - 09/12/2016

una ricerca della John Hopkins University


Lavorando su dei topi, un’equipe scientifica attiva presso la John Hopkins University, hanno dimostrato come i rivestimenti in nanofibre siano potenzialmente in grado d’intervenire contro le infezioni.
I suddetti rivestimenti possono per esempio essere applicati su delle protesi. Una relazione relativa al suddetto studio è stata pubblicata online lo scorso 24 ottobre tra gli atti dell’Accademia Nazionale delle Scienze.
Uno dei coautori, il dottor Lloyd S. Miller, ha dichiarato che, prima di questo lavoro, l’approccio principale per combattere le infezioni sugli impianti protesici prevedeva la somministrazione di un antibiotico alla volta, con poca possibilità di avere un controllo sui tempi di rilascio del farmaco.
Il rivestimento in nanofibre oggetto della ricerca ha richiesto un impegno di ben tre anni di lavoro. Come spiegato dal dottor Miller stesso, l’obiettivo delle equipe scientifiche che hanno lavorato alla sua creazione era quello di creare un rivestimento adatto al maggior numero possibile di impianti protesici.
Per il lavoro sono stati utilizzati due polimeri biocompatibili e riassorbibili – entrambi approvati dalla FDA – che sono stati caricati con la rifampicina, in combinazione con altri tre antibiotici.
Dopo due settimane è stato possibile procedere al follow up. Quello che è stato osservato vede in primo piano il fatto che, la generale perdita di massa ossea che si verifica in corrispondenza di articolazioni infette non si era verificata nei topi che avevano ricevuto la somministrazione del rivestimento antibiotico.
Questo risultato ha portato alla luce che, con le tecnologie del passato, era possibile solo ridurre la carica batterica complessiva.


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