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L’artroscopia migliora la funzionalità dell’anca nei pazienti affetti da sindrome da conflitto femoro-acetabolare
Approfondimenti medici - 20/06/2016
i risultati di una ricerca condotta presso l'Ohio State University
Sebbene le donne con sindrome da conflitto femoro-acetabolare accusino spesso una minor funzionalità pre operatoria, nel caso dell’anca è possibile registrare un importante miglioramento da questo punto di vista, in particolare dopo l’operazione chirurgica in artroscopia.
Questo è il risultato principale di uno studio condotto da un’equipe scientifica attiva presso l’Ohio State University. Questa ricerca ha monitorato la situazione di 229 pazienti con sindrome da conflitto femoro-acetabolare bilaterale – in questa situazione l’anca è caratterizzata da un’articolarità limitata in flessione e in rotazione interna - e tutti sottoposti a chirurgia artroscopica dell’anca.
La dottoressa Stephanie Di Stasi e la sua equipe hanno valutato gli esiti sulla base dell’Hip Outcome Tool. La situazione di conflitto femoro-acetabolare è stata confermata prima dell’intervento e 3 mesi, 6 mesi, 12 mesi e 24 mesi dopo l’intervento.
I risultati hanno mostrato interazioni non significative tra genere sessuale e punteggio pre e post operatorio sulla base dei dati dell’Hip Outcome Tool. Miglioramenti significativi sono stati invece riscontrati confrontando i livelli di funzionalità pre operatoria e i risultati dei singoli follow up. Gli autori dello studio
hanno concluso che, a prescindere dalla situazione iniziale, i pazienti iniziano a sentirsi meglio circa 6 mesi
dopo l’intervento.
Come affermato sempre dalla dottoressa Stephanie Di Stasi, i medici tendono spesso a ricordare ai pazienti
affetti da sindrome da conflitto femoro-acetabolare che l’artroscopia all’anca può migliorare la situazione
dal punto di vista del dolore e della funzionalità, ma che non può far tornare al 100%.
Sempre secondo le dichiarazioni della Di Stasi, l’equipe sta lavorando per capire i motivi per cui le donne
accusano, 24 mesi dopo l’intervento, un margine di miglioramento inferiore rispetto agli uomini.
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