Fattori di rischio d’infezione dopo il trattamento della frattura alla caviglia



Approfondimenti medici - 27/10/2015

I risultati dell'analisi dei record di circa 1000 pazienti


I risultati di uno studio retrospettivo presentato durante l’ultima edizione dell’Orthopaedic Trauma Association Annual Meeting hanno individuato il diabete e il ricorso a farmaci immunosoppressori come fattori di rischio per l’insorgenza d’infezioni successive al trattamento chirurgico delle fratture alla caviglia.

L’equipe medica che ha curato lo studio ha analizzato i record di 1.003 pazienti sottoposti a intervento chirurgico in seguito a una frattura alla caviglia. Ai fini dell’analisi è stata definita ‘infezione’ una combinazione di purulenze sia superficiali sia profonde, così come la deiscenza
della ferita (si utilizza tale termine per indicare la riapertura di una ferità già suturata).

L’incidenza dell’insorgere di purulenze è risultata pari al 12%, con una crescita fino al 17% includendo anche i casi di deiscenza della ferita.

In seguito alle analisi di regressione, è stato possibile individuare come maggiori fattori di rischio d’insorgenza d’infezioni il sesso maschile, il diabete, il tabagismo, l’assunzione di farmaci immunosoppressori (ne esistono anche altri, ma questi sono quelli maggiormente controllabili
soprattutto da parte del paziente).

Nel complesso sono stati identificati 87 casi di malconsolidamento, pseudoartrosi e di perdita della riduzione, tutte complicanze causate dalle già ricordate infezioni.


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