Protesi e piaghe da sfregamento: sviluppato un sensore per evitarle



Approfondimenti medici - 28/04/2014

Piaghe da sfregamento: problema rilevante per i pazienti portatori di protesi agli arti


Le piaghe da sfregamento possono costituire un problema di non indifferente entità per i pazienti portatori di protesi agli arti: dando un’occhiata alle ultime novità nel mondo dell’ortopedia è finalmente possibile parlare dell’inizio di una soluzione per questa situazione, che può arrivare a inficiare profondamente un percorso di riabilitazione post operatoria.

Si tratta di un sensore denominato second skin e frutto del lavoro di un’equipe di medici dell’Università di Southampton, alla ricerca di un modo per ovviare al problema delle piaghe da sfregamento in pazienti oggetto di interventi di amputazione degli arti.
Il sensore è di dimensioni estremamente ridotte, poco più grande di un francobollo e caratterizzato da un alto livello di flessibilità. Viene inserito nella presa che collega il moncone all’arto artificiale, in modo da riuscire poi a inviare segnalazioni relative alla compatibilità della protesi con il corpo del paziente.

Tutto questo significa che i ricercatori possono tenere sotto controllo parametri fondamentali, come per esempio la pressione durante i movimenti del soggetto portatore della protesi, e procedere ad eventuali miglioramenti per evitare episodi di dolore a volte anche invalidante.
Second skin è il risultato di un approfondito programma di ricerca che si è concentrato soprattutto su pazienti amputati provenienti da professioni militari, e quindi tendenti anche a considerevoli aumenti di peso per ragioni psicologiche e per la sospensione dell’attività fisica dopo periodi di intenso esercizio.

Secondo il Dottor Liudi Jang, coordinatore del progetto di ricerca, i sensori second skin potrebbero essere immessi sul mercato nel prossimo triennio, ovviando anche ad altri problemi gravi come la riduzione della sensibilità al dolore.


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